Melissa officinalis L.

Melissa

Melissa: dal latino melissaphyllon, greco melissòphyllon: melissa = ape, phyllon = foglia: “foglia per le api”.
Che le api siano particolarmente attratte da questa piantina è confermato nel terzo libro di Dioscoride, riportato dal Mattioli: “Il Melissophillo, overo Melitena, cio è Apiastro, s'ha usurpato questo nome, per dilettarsi le api della sua herba.” In un erbario illustrato del XV secolo, ad uso degli speziali, la Melissa è chiamata “Bàraco”.

Melissa
Melissa

Genere Lamiaceae (Labiatae)

Sinonimi Melissa hirsuta, Melissa hortensis, Melissa romana

Altri nomi Appiaggio, Appiastro, Citraggine, Erba bergamotta, Limoncella, Melittana, Melifillo

Dialetti savonesi Erba limunina

L'uso in cucina

Foglie tenere di Melissa possono arricchire di sapore le insalate, i formaggi freschi e molli e le macedonie di frutta; se ne fanno anche salse per il pesce. Con la Melissa si può preparare un gradevolissimo infuso che, teina a parte, può surrogare il tè.

Proprietà medicamentose

Le foglie e le sommità fiorite della Melissa hanno proprietà carminative, che ostacolano la formazione dei gas intestinali; coleretiche; diaforetiche; emmenagoghe; eupeptiche, che facilitano la digestione; sedative; stomatiche; ma soprattutto proprietà antidepressive ed antispasmodiche, già affermate dagli erboristi frati Carmelitani che nel settecento preparavano a Venezia, nella farmacia annessa alla chiesa di San Geremia, per i femminili attacchi isterici, l'aqua Carmelitorum ovvero alcholatum Melissae Compositum; La medicina araba, alla quale forse si deve la prima conoscenza dell'uso terapeutico della pianta, vantava l'efficacia della Melissa per curare i cardiopatici e gli ipocondriaci afflitti da malinconia, per queste proprietà è lodata da Avicenna e Dioscoride e detta da Paracelso “balsamo del cuore”.
Discoride, riportato e commentato dal Mattioli, dice della decottione (decotto) di Melissa, “… è buona medesimamente per farvi seder dentro le donne, che non si purgano.
Giova lavandosene la bocca à i dolori dei denti: & fansene cristeri per la disenteria.”
L'applicazione di foglie fresche di Melissa sulle tempie può risolvere qualche caso di cefalea; infusi e decotti risolvono acidità di stomaco e gastriti; frizioni con la tintura di Melissa, ottenuta per macerazione in alcol, alleviano dolori reumatici ed articolari; l'olio essenziale è efficace come insettorepellente; i cataplasmi di foglie fresche calmano i dolori dovuti a contusioni e punture di insetti.
La badessa Ildegarda di Bingen, nel XII secolo, dice che la tisana di Melissa rende allegri ed allieta il cuore; proprietà che forse conosceva anche il re di Francia Carlo V che ne beveva gran quantità.
Foglie di Melissa entrano nell'antica ricetta dell'Acqua di Vita per le Donne, tanto efficace che “diverse delle principali Gentildonne l'adoprano in tutti li mali matricali (uterini) come rimedio generale”.
Nell'antica ricetta dell'Elettuario Uterino, over Histerico, utile per “emendar ogni Indisposizione dell'Utero”, ritroviamo nuovamente la Melissa, con molti altri strani ingredienti: testicoli di cavallo giovane, matrici di lepre gravida, coralli ecc.

L'impiego nella cosmesi

Con le foglie fresche pestate nel mortaio si fanno tonici per ammorbidire e ridare elasticità alla pelle. Alcuni confidano in proprietà dimagranti dell'infuso di Melissa.

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