Albenga e il territorio

Murialdo. Un piccolo Comune ricco di storia e ricchezze naturali

Murialdo. Un piccolo Comune ricco di storia e ricchezze naturali
Murialdo. Un piccolo Comune ricco di storia e ricchezze naturali

Forse già presente in epoca preromana, Murialdo fu un antico possedimento dei monaci Benedettini; proprietà degli Aleramici, questi ultimi lo compresero nella loro marca aleramica nel X secolo. Documenti attestano che nel 1091 appartenne a Bonifacio del Vasto e alla sua morte passò nelle mani del figlio Anselmo del Marchesato di Ceva. Nel 1347 entrò a far parte nei domini feudali dei Del Carretto del Marchesato di Finale, che ingrandirono il già presente castello.
Mentre nel 1445 Murialdo stava vivendo un periodo particolarmente florido che stava permettendo anche la ricostruzione della chiesa parrocchiale, il vicino borgo di Calizzano,alleato fedele della Repubblica di Genova, lo saccheggiò per vendetta. Una nuova fase di prosperità, legata all’attività delle ferriere, è riscontrabile nel XVII secolo, mentre ancora oggi sono visibili tracce degli scontri delle truppe napoleoniche, avvenute in val Bormida nel 1796.
Con la dominazione francese il territorio di Murialdo rientrò dal 2 dicembre 1797 nel Dipartimento del Letimbro, con capoluogo Savona, all’interno della Repubblica Ligure. Nel 1815 Murialdo fu inglobato nel Regno di Sardegna, così come stabilì il Congresso di Vienna del 1814, e successivamente nel Regno d’Italia dal 1861.

Le chiese di Murialdo

Incredibilmente numerosi sono gli edifici religiosi di interesse storico ed architettonico che si trovano sparsi sul territorio di questo Comune, come la Chiesa di San Pietro nella borgata di Piano, edificata nel corso del Quattrocento, che presenta un portale in arenaria e un interno ad unica navata, in stile barocco, con abside circolare. Altro edifico religioso notevole è la cappella di San Giovanni della Langa, sempre nella borgata di Piano: costruita in stile romanico nell’XI secolo (forse nel 1033) conserva decorazioni posteriori e resti di affreschi sulla volta raffiguranti i quattro evangelisti. Al 1573 risale invece la cappella dei Santi Gervasio e Protasio, nella borgata di Piano, che nella parete absidale è collocato un dipinto che ritrae i due santi (vestiti con abiti romani) ai piedi della Madonna col Bambino. La cappella di San Giacomo e Sant’Agata nella borgata di Azzini, le cui origini sono controverse, ma sicuramente anteriori al 1605 e di proprietà della famiglia Ghisolfo; a navata unica e coperta da una volta a botte, la facciata ha due finestre ed è sovrastata da una monofora. Altre cappelle sono: la cappella della Madonna di Loreto nella borgata di Brigneta; la cappella della Madonna dell’Annunziata o dell’Assunta nella borgata di Isolagrande; la cappella dei Santi Giacomo e Filippo nella borgata di Pallareto; la Cappella di San Sebastiano nella borgata di Piani; la cappella di San Rocco e di San Giuseppe nella borgata di Piavata; la cappella della Madonna della Neve nella borgata di Poggi; la cappella di San Bernardo nella borgata di Ponte; la cappella di San Tommaso nella borgata di Ponte.
Ci sono poi numerose antiche chiese: la chiesa parrocchiale di San Lorenzo, nella borgata di Ponte, risalente al 1445; la chiesetta di Santa Maria Maddalena nella borgata Costa, risalente al XV secolo, ma rifatta a metà del XVI secolo; la chiesa parrocchiale della Beata Vergine degli Angeli nella borgata di Riofreddo, quella di San Rocco, nella stessa borgata; la chiesa parrocchiale di Sant’Antonio Abate nella borgata di Valle e infine l’oratorio di Sant’Agostino nella borgata di Ponte, costruito sul pendio sovrastante la chiesa di San Lorenzo ed anteriore al 1573.

Il Castello Del Carretto

Sorto, presumibilmente, attorno al X secolo, questo castello è raramente citato in documenti anteriori al sec. XV. Il 25 Luglio del 1573 in occasione di una visita pastorale, si censiscono le chiese di Murialdo; tra queste di trova: “S.ta Maria Maddalena in Castro dicti loci”. Quest’ultimo dato dà la possibilità di sapere che le mura del ricetto cingevano anche la cappella, rendendola propria del castello. Il 24 Gennaio 1605 Scipione Del Carretto consegna le sue proprietà a S.Alt.za Ser.ma. Il documento ci informa inoltre che nel 1604 il castello è completamente distrutto. Considerando l’ampiezza del ricetto più esterno del castello, si può prendere in considerazione l’esistenza di un borgo al suo interno.
Dall’analisi dell’impianto planimetrico, si possono rilevare almeno tre fasi di costruzione: una prima fase di costruzione alla quale appartiene la torre a base quadrata e un primitivo ricetto, la cui data di costruzione si può far risalire al periodo delle incursioni saracene intono al X secolo. Un elemento molto particolare è il muro fortemente scarpato, che misura 2,5 metri alla base e 0,8 metri in sommità, all’interno del quale è ricavato un vano, dotato di finestre realizzate in diversi periodi: superiormente ci sono le feritoie strombate solo nelle spalle, adatte all’utilizzo di balestre o altre armi simili; inferiormente sono state praticate delle “bombardiere”, più adatte per armi funzionanti con polvere da sparo.
Appartenenti a periodi successivi devono essere la cisterna, con le sovrastanti abitazioni, e la casatorre. La cisterna è fuoriterra, con una volta a botte; l’afflusso di acqua alla cisterna era garantito da un condotto in spessore di muro, ancora parzialmente visibile, che provvedeva a raccogliere le acque piovane e a convogliarle nel locale apposito. Sopra la cisterna c’erano presumibilmente diversi locali ad uso abitativo, per il deposito degli alimenti o altro. L’accesso a questa zona era consentito da un portale con architrave oggi scomparso, rimane ancora una mensola che sorregge un blocco, entrambi in pietra; su quest’ultimo è scolpito uno stemma: uno scudo diviso da fasce in bassorilievo che attesta l’appartenenza ai marchesi di Ceva. La casa torre, collocata sempre nel recinto del castello, fa pensare per alcune sue caratteristiche, più ad una abitazione che ad un edificio militare. Un primo recinto cinge il mastio e la chiesetta di Santa Maria Maddalena; tra l’uno e l’altra si trova un fossato, che doveva essere superato grazie ad un ponte levatoio. La distruzione di questo castello dovrebbe collocarsi attorno al 1553, contemporaneamente a quella del castello di Cosseria.

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