Albenga e il territorio

Leca d'Albenga, un nome misterioso.

Forse la sua origine legata ad un fiore endemico

Leca d'Albenga, un nome misterioso.
Leca d'Albenga, un nome misterioso.

Leca è una frazione della città di Albenga che da molti è conosciuta
soprattutto perché adiacente all’uscita autostradale. In realtà questo paese racchiude in se’ molti piccoli e grandi tesori, a cominciare da una cittadinanza (sono quasi 2.000 i suoi abitati) vivace e attiva sul territorio.

Il primo aspetto a colpire di Leca è la sua collocazione: il paese si sviluppa, almeno per una sua parte, lungo la via centrale, fatto insolito per la nostra area che vede la maggior parte dei centri con una struttura più agglomerata e spesso difesa da muraglioni o mura rinforzate. Questa è solo una delle particolarità di Leca, il cui nome stesso è ancora avvolto nel mistero, sebbene fonti storiche accreditate lo volgiano ricollegare a Leuca, abbreviazione di Leucanthemum, nome di una margherita endemica tipica della zona. Questo centro si è sviluppato, soprattutto a partire dal ‘700, lungo l’antica via che collegava il mare ai monti, anche se in realtà la zona più antica era suddivisa in due diverse aree abitate: quella prospicente il cimitero, dove si trova infatti la chiesa medievale di Santa Maria del Bossaro, e quella esterna, verso la zona in cui oggi sorgono diversi frantoi ed un supermercato. Probabilmente lo spostamento del nucleo abitato ed il suo più recente sviluppo in vicinanza alla via più trafficata è legato alla sua forte vocazione commerciale e agricola, infatti il paese è da sempre sede di frantoi e qui ci sono anche tracce di un antico mulino.
Nel medioevo il paese era la residenza estiva prediletta da molte delle famiglie più in vista di Albenga che volevano sfuggire alla malsana atmosfera della città in cui erano frequenti le epidemie.
Un’altra particolarità è legata all’attuale chiesa principale di Leca, Nostra Signora Assunta, edificata attorno al 1790, e che risulta essere una delle pochissime chiese nata priva di sagrato, un fatto davvero inconsueto per l’epoca. Il suo campanile svetta in alto rispetto ai tetti delle case non solo per la sua innegabile altezza ma anche per un effetto ottico dovuto al fatto che la chiesa sorge nel punto più alto del paese, per quanto questo dislivello sia difficilmente percepibile ad occhio nudo. Vicino a questa chiesa, che conserva anche alcuni affreschi di pregevole fattura, sorge l’Oratorio di San Pietro, sede dell’omonima confraternita che ogni anno, il 29 giugno, in occasione delle celebrazioni per il suo santo patrono, organizza una suggestiva processione a cui partecipano anche tutte le confraternite vicine.
Leca negli ultimi decenni ha visto crescere notevolmente il numero dei suoi abitanti, trasformandosi da piccolo centro periferico in una realtà vivace e ben strutturata. Il paese offre molti servizi fondamentali: posta, banca, farmacia e una scuola che è diventata fiore all’occhiello di tutto il comprensorio e che prevede le elementari, la scuola media, la materna e l’asilo nido. L’edifico scolastico è di costruzione piuttosto recente (risale agli anni ’80) e molto efficiente; la palestra della scuola è diventata di fondamentale importanza anche per tutte le associazioni sportive che qui svolgono la loro attività pomeridiana. Molto apprezzata anche la mensa interna che segue un rigoroso disciplinare con l’utilizzo di molti prodotti biologici. Queste caratteristiche, oltre naturalmente alla professionalità di tutto il corpo docenti, ha portato la scuola di Leca a veder crescere il numero dei propri studenti (oltre un centinaio per le elementari e più di 200 per le medie) e a dover istituire una vera e propria lista di attesa per tutti coloro che non sono riusciti ad iscriversi all’istituto. Questo polo scolastico sta creando un interessante fenomeno: un forte interesse da parte delle famiglie più giovani a trasferirsi in Leca o nel comprensorio limitrofo.

Santa Maria del Bossero

La memoria storica del pese, però, riamane la chiesetta di Santa Maria del Bossero. L’edificio, che sorge vicino al cimitero, è di indubbia origine medievale e ha subito un’opera di restauro e recupero negli anni recenti. Con questo intervento sono state parzialmente ricostruite facciata, tetto e campanile, anche grazie all’aiuto della locale scuola primaria, del Rotary Club di Alassio e della Fondazione San Paolo. Proprio grazie alla fondazione, che ha coperto il 50% della spesa, si è potuto concludere nel mese di ottobre 2008 il restauro del campanile annesso alla chiesa, con l’apertura di antiche monofore che erano state nel tempo chiuse. Agli inizi del ‘900 alcuni dei bellissimi affreschi medievali che ornavano la chiesa sono stati staccati e portati in Albenga, presso la chiesa di San Bernardino, probabilmente proprio per preservarli visto lo stato di forte degrado in cui versava già allora l’edificio.

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